Brano: Roosevelt, Franklin Delano
ventò presidente degli Stati Uniti (v.). Il mandato gli venne riconfermato (fatto unico nella storia americana) nelle tre elezioni che seguirono (1937, 1941, 1945), facendo durare la sua presidenza per 13 anni.
li New Deal
Roosevelt venne chiamato a reggere le sorti degli Stati Uniti nel pieno della più grave depressione mai attraversata dal paese (v. Crisi economica del 1929). Alla sua schiacciante vittoria contribuirono diversi fattori: il diffuso malcontento per l’esitante politica antidepressiva del presidente repubblicano Hoover; i timori di una “rivoluzione” imminente; la particolarità del suo stile politico, basato su un ampio uso dei massmedia (famose le sue « chiacchierate al caminetto » radiofoniche) e sul ricorso a eminenti esperti (il cosiddetto « trust dei cervelli »). Decisivo fu però il vigore[...]
[...]ntidepressiva del presidente repubblicano Hoover; i timori di una “rivoluzione” imminente; la particolarità del suo stile politico, basato su un ampio uso dei massmedia (famose le sue « chiacchierate al caminetto » radiofoniche) e sul ricorso a eminenti esperti (il cosiddetto « trust dei cervelli »). Decisivo fu però il vigore con cui il neopresidente rispose alle domande di sicurezza provenienti dal paese, annunciando un nuovo patto sociale: il New Deal (v.) che abilmente si proponeva come un progetto di allargamento delle basi dei consensi, in quanto puntava alla ripresa deM’economia capitalistica attraverso un più deciso intervento statale e facendo leva sulla formale ammissione ai processi decisionali di alcuni strati sociali (lavoratori sindacalizzati, agricoltori, ceti medi urbani) che ne erano stati fino ad allora esclusi.
D’altra parte, il New Deal fu caratterizzato non tanto dalla coerenza del progetto, quanto da un diffuso sperimentalismo che finì col riflettere i rapporti politici prevalenti nelle varie fasi, nel paese e all'interno della stessa amministrazione; quest’ultima, lungi dall’essere omogenea, era infatti rappresentativa di tendenze spesso oggettivamente in contrasto tra di loro (pianificatori, antimonopolisti, inflazionisti, keynesiani).
Nel cosiddetto “primo New Deal” (19331935) prevalse l’obiettivo della pianificazione economica sotto l'egida di una miriade di nuove agenzie governative: nei suoi primi “cento giorni”, Roosevelt varò una riforma del sistema creditizio e bancario, programmi di assistenza ai disoccupati e di sostegno dei redditi agricoli. Ma l'elemento forse più significativo del piano di riequilibrio deH’economia fu l’istituzione della N.R.A., un’agenzia governativa preposta alla redazione di codici di “concorrenza leale” e di quote di produzione tra le associazioni industriali, in un quadro giuridico fondato sulla contrattazione collettiva[...]
[...]li industriali, operai non sindacalizzati, braccianti, piccola borghesia urbana e rurale) e l’abbandono di fatto della coalizione governativa da parte degli industriali che, di fronte ai primi risultati positivi, reclamavano nuovamente la loro libertà d'azione, indusse Roosevelt a imprimere al suo programma una decisa svolta riformista: con l’appoggio di un Congresso assai meno conservatore, uscito dalle elezioni intermedie del 1934, il “secondo New Deal” (19351937) vide così una ripresa della legislazione antimonopolistica, un deciso aumento delle spese statali con un nuovo sistema di sicurezza sociale e un imponente programma di lavori pubblici, e soprattutto una legislazione sindacale (Wagner Acf) che, riconoscendo il sindacato come interlocutore di diritto dei grandi gruppi e istituendo un organo di mediazione dei conflitti industriali, mirava a incanalare nella trattativa le crescenti agitazioni sindacali.
Le elezioni presidenziali del 1936 riconfermarono trionfalmente in carica il presidente, conferendogli una sorta di mandato della [...]
[...]no in omaggio alleterno feticcio del pareggio del bilancio), ma in parte dovuta anche alla protesta di un padronato ancorato a un liberismo classico e che, con lo « sciopero degli investimenti », intendeva contrastare le tendenze “totalitarie” e “socialisteggianti” del governo Roosevelt. Tali tendenze erano sembrate confermate dal tentativo del 193536 di “imbavagliare” la Corte Suprema che aveva dichiarato anticostituzionali molte iniziative del New Deal.
La crisi del 1937 aprì quindi una fase nuova della politica di Roosevelt che, dal 1938, adottò una politica keynesiana di espansione fiscale, strumentalizzandola peraltro alla ricerca di un rinnovato accordo tra governo e industriali attraverso un riorientamento delle spese statali dagli obiettivi sociali alla economia di guerra.
Seconda guerra mondiale
Fino al 1939 Roosevelt, che pure era di formazione wilsoniana, aveva subordinato in misura pressoché
totale la politica estera alle esigenze interne, tanto da aver determinato (con l’abbandono del gold standard)I il fallimento del[...]
[...]el
7.12.1941 a Pearl Harbour (v.) si ebbe da parte degli U.S.A. la dichiarazione ufficiale di guerra alle potenze dell'Asse, tanto che sarà avanzata in sede storica l’ipotesi che il presidente, pur essendo a conoscenza del piano di aggressione giapponese, non avesse fatto nulla per impedirlo, proprio per soffocare le ultime resistenze isolazionistiche del Congresso.
In effetti, l’entrata in guerra degli U.S.A. portò a compimento ciò che il New Deal aveva fallito, cioè con